Nell’ultima edizione della newsletter “Power On”, Mark Gurman (Bloomberg) indica che il prossimo sistema operativo per Mac — contraddistinto internamente dal numero 26 — porta il nome in codice macOS Tahoe, richiamo al celebre lago alpino incastonato tra California e Nevada.
La scelta prosegue la tradizione dei nomi ispirati a luoghi iconici dello Stato dorato, inaugurata anni fa dopo l’era dei grandi felini. Le indiscrezioni attribuiscono alla nuova versione un’interfaccia alleggerita, popolata da finestre semitrasparenti e controlli dall’aspetto vellutato, pensata per avvicinare l’esperienza desktop a quella mobile.
Dai felini alle località californiane
Per molte generazioni di utenti Mac, i ruggiti di Cheetah e Puma hanno rappresentato l’esordio di OS X. Con il tempo, però, Cupertino ha preferito il fascino dei paesaggi californiani: dal deserto Mojave alla scogliera Big Sur, passando per l’isola Catalina, la cittadina costiera Monterey e la contea Ventura.
Hanno trovato posto anche l’imponente El Capitan, le alture di High Sierra e Sierra, la selvaggia Yosemite, il surf spot Mavericks, l’elegante Sonoma e il maestoso Sequoia. Ogni denominazione ha cercato di riflettere un tratto distintivo dell’aggiornamento corrispondente, legando software e territorio in un racconto identitario.
Tahoe, lago di vetro e ispirazione grafica
Situato a oltre 1.800 metri di quota, il lago Tahoe è famoso per la purezza delle sue acque, tanto limpide da rivelare fondali a grandi profondità. Secondo Gurman, Apple avrebbe scelto questo simbolo di trasparenza per suggerire l’arrivo di superfici più leggere: pulsanti, icone e pannelli sarebbero impreziositi da livelli di translucenza calibrati sulle tonalità blu del bacino montano.
L’idea non sembra limitata all’estetica: alleggerire gli elementi grafici significa anche ridurre la distrazione visiva e mettere in risalto i contenuti, obiettivo centrale per chi utilizza il Mac in ambito professionale e creativo.
iOS 26 e continuità fra dispositivi
Le novità non si fermano al computer. Fonti vicine all’azienda parlano di un balzo di numerazione da iOS 19 a iOS 26 che introdurrà lo stesso linguaggio visivo sui dispositivi mobili.
Animazioni uniformi, schemi cromatici condivisi e controlli coerenti dovrebbero rendere impercettibile il passaggio dall’iPhone al Mac, valorizzando la continuità già offerta da funzioni come Handoff e Universal Clipboard.
In questo modo, l’ecosistema punta a risultare ancora più intuitivo, riducendo la curva di apprendimento per chi possiede più prodotti Apple e consolidando la sensazione di utilizzare un’unica piattaforma, indipendentemente dallo schermo prescelto.