Bentornati, cari lettori! Oggi abbiamo un ospite davvero… particolare. Direttamente dagli anni d’oro dell’informatica, è con noi nientemeno che… il Floppy Disk! Benvenuto, caro Floppy.
Floppy Disk: Salve a tutti. Posso dirlo? Non mi sentivo così al centro dell’attenzione da… boh… dal 1998, più o meno!
CW: Beh, la tua epoca d’oro è stata a cavallo tra la fine degli anni ’80 e i primi anni 2000, giusto?
Floppy Disk: Sì, allora volavano i capelli al vento… anche se ero più che altro una sottile lastrina di plastica. Ma ti assicuro che ero super richiesto!
CW: Eri il dispositivo di archiviazione più diffuso: come facevi a gestire l’ansia di dover contenere file importanti, lavori di scuola, videogiochi?
Floppy Disk: Ansia? Macché! Al massimo perdevamo qualche MB – cioè, letteralmente, non ne avevamo tanti a disposizione. Ma ehi, se vuoi mettere un giochino anni ’90 o un documento di testo, io facevo il mio dovere. Certo, se si trattava di foto in alta risoluzione… be’, lasciamo perdere.
CW: Oggi i giovani sono abituati a smartphone con gigabyte a volontà. Che effetto fa?
Floppy Disk: Loro girano con smartphone e “cloud” dappertutto, mentre io ci ho messo un anno intero solo per capire cosa fosse quella “nuvoletta” sui computer. Diciamo che mi sento un po’ superato… anzi, superatissimo. Ma mi difendo ancora bene, sai? C’è qualche nostalgico collezionista che conserva con cura me e i miei fratelli!
CW: Non sei scoraggiato di essere considerato un pezzo da museo?
Floppy Disk: Ma scherzi? Andare in pensione prima di Windows XP è sempre stato il mio sogno! (Ride) Ora posso farmi lucidare e brillare nelle vetrinette vintage. Ogni tanto qualcuno mi scambia per un sottobicchiere, ma va bene così. Sono contento di avere la mia pensioncina tecnologica.
CW: Hai mai sentito di quei ragazzini che vedendo un Floppy per la prima volta, credono sia un’icona stampata in 3D del “tasto Salva”?
Floppy Disk: Eh sì, questa storia la sento spesso. L’ironia è che la mia immagine resiste più di me in carne e plastica! Praticamente sono diventato un simbolo sacro dell’informatica. Per i più giovani, la mia faccia è sinonimo di “salvataggio” e basta. È un onore, no?
CW: Nei tuoi anni di gloria, di quanta capacità di archiviazione parliamo?
Floppy Disk: Beh, la versione da 3,5 pollici classica, la più diffusa, arrivava a ben 1,44 MB! Ovvio, c’era anche quella da 720 KB… Insomma, nulla in confronto a una microSD di oggi, ma erano altri tempi.
CW: Hai qualche aneddoto curioso di cui vuoi parlarci?
Floppy Disk: Oh, potrei raccontare per ore di come certe persone inserivano i miei fratelli al contrario, forzavano il cassetto e poi si lamentavano che non funzionavamo più! Oppure come, in certe scuole, si passavano i videogiochi con 10 Floppy diversi… ci voleva un corso in ingegneria per installare un solo gioco! Ma era divertente, una sorta di caccia al tesoro in 10 dischetti.
CW: E ora che sei in “pensione”, cosa fai nel tempo libero?
Floppy Disk: Ho iniziato a dare lezioni di “nostalgia digitale” e a fare comparsate in video YouTube su canali di archeologia informatica. Poi partecipo a qualche raduno di vecchi hardware: ci trovi i modem 56k, i telecomandi con l’antenna… roba da intenditori, insomma!
CW: C’è un consiglio che daresti ai dispositivi moderni?
Floppy Disk: Sì: “Non montatevi la testa!” Oggi sono tutti esaltati dai terabyte di spazio. E poi magari basta un graffietto sul disco o un calo di tensione per perdere i dati. Insomma, bisogna sempre stare attenti, avere cura delle proprie memorie. Io, per esempio, se mi piegavi troppo la linguetta metallica… addio file!
CW: Ultima domanda: hai un messaggio per i lettori nostalgici e i più giovani?
Floppy Disk: Per i nostalgici, dico: “Grazie di cuore per non avermi dimenticato”. Per i giovani, invece: “Aprite la mente: se è esistito un mondo dove la massima capienza era 1,44 MB, allora il progresso di oggi è ancora più straordinario!” E non buttateci subito in discarica: non si sa mai, magari fra qualche decennio saliamo di valore come i vinili!
CW: Grazie, caro Floppy. È stato un onore parlare con un pezzo di storia dell’informatica!
Floppy Disk: Grazie a te. Ora scusami, devo andare: ho un appuntamento con un Commodore 64, dobbiamo farci una rimpatriata. Non vorrei farmi aspettare troppo!