Un’innovazione sorprendente nel campo dell’arte ha segnato un record: il ritratto di Alan Turing, creato da un robot umanoide, è diventato il primo dipinto di questo tipo a essere venduto all’asta. Sotheby’s ha dichiarato che l’opera, intitolata AI God: Ritratto di Alan Turing, ha raccolto ben 27 offerte, superando di gran lunga la stima iniziale compresa tra 120.000 e 180.000 dollari, fino a raggiungere la cifra di 1.084.800 dollari (circa 1.008.797 euro).
La storia dell’artista robotica Ai-Da e il tributo a Turing
L’opera è stata realizzata da Ai-Da, definita come “la prima artista robotica ultrarealistica”. Il ritratto, che misura 188×253 cm, è un omaggio ad Alan Turing, il matematico britannico noto per il suo contributo fondamentale all’informatica moderna e alle basi dell’intelligenza artificiale.
Turing è stato un personaggio chiave durante la Seconda Guerra Mondiale, aiutando gli Alleati a decifrare i codici criptati generati dalla macchina Enigma, utilizzata dalla Germania nazista. Questo contributo è stato determinante per la vittoria degli Alleati.
La sua morte, avvenuta il 7 giugno 1954, fu accompagnata dal ritrovamento di una mela morsicata, coperta di cianuro, accanto a lui: molti credono che il celebre logo della Apple sia un tributo a Turing e alla sua eredità scientifica.
Il messaggio dietro il ritratto e la tecnologia che lo ha reso possibile
Ai-Da, progettata da un team di esperti di intelligenza artificiale delle università di Oxford e Birmingham, è stata creata per stimolare il dibattito sulle nuove tecnologie. Questo dipinto rappresenta una riflessione sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale e sulle sue implicazioni etiche e sociali. Il nome del robot, Ai-Da, rende omaggio alla matematica Ada Lovelace, considerata la prima programmatrice della storia.
L’opera su Alan Turing è nata come risposta a una discussione sul tema “AI for good”, quando Ai-Da ha suggerito di creare un ritratto dello scienziato. Utilizzando le telecamere incorporate nei suoi occhi, Ai-Da ha osservato un’immagine di Turing, per poi trasporre su tela la sua visione.
Secondo Aidan Meller, direttore creativo del progetto, il quadro rappresenta con toni delicati e forme spezzate le difficoltà che Turing aveva previsto riguardo la gestione delle future intelligenze artificiali. Meller spiega che il lavoro di Ai-Da, al di là delle sue capacità tecniche, vuole essere uno stimolo a riflettere su come l’umanità affronterà queste sfide.
L’umanoide, commentando il proprio lavoro, ha dichiarato di avere piacere nel dipingere ciò che vede. Ha poi detto che può essere possibile dipingere con l’immaginazione, se si ha immaginazione. Poi ha dichiarato di vedere le cose in maniera diversa rispetto agli umani, visto che non ha coscienza. Un’affermazione che spinge il pubblico a interrogarsi non solo sull’arte, ma anche sulla natura stessa della coscienza e dell’esperienza.