La voce di Skype si zittisce per sempre. Dal 5 maggio 2025 l’app che nel 2003 trasformò la videochiamata da curiosità tecnica a gesto quotidiano è stata rimossa dai server Microsoft. Oltre vent’anni di saluti domenicali, lezioni a distanza e riunioni lampo confluiscono così nella storia della comunicazione online.
Il gruppo di Redmond ha scelto di convogliare ogni servizio di messaggistica e collaborazione in Microsoft Teams, destinato a diventare l’unico punto d’ingresso per utenti privati e imprese. La sostituzione, annunciata con largo anticipo, chiude un capitolo che ha ridisegnato il modo in cui percepiamo la distanza.
Addio definitivo a Skype: cosa cambia per gli utenti
Il conto alla rovescia è partito a febbraio, quando un post sul blog ufficiale di Microsoft ha eliminato ogni dubbio. L’ultima release dell’applicazione è rimasta operativa fino alle prime ore di oggi; da quel momento il login mostra una pagina di cortesia con le istruzioni per esportare lo storico delle chat, l’elenco dei contatti e il registro delle chiamate.
Tutti i dati possono essere scaricati in un archivio zip, ma soltanto fino alle 23:59, orario oltre il quale non sarà più possibile accedere ai server.
Situazione diversa per chi dispone di minuti prepagati per telefonare verso la rete tradizionale. Le ricariche sono state sospese da tempo; i minuti residui restano utilizzabili fino a esaurimento e, una volta terminati, il Dial Pad verrà disattivato definitivamente. La stessa regola vale per gli abbonamenti mensili: niente rinnovi automatici e nessun rimborso parziale, con il servizio che cessa alla data naturale di scadenza.
A sopravvivere, almeno per il momento, è soltanto Skype for Business, componente del pacchetto Microsoft 365. L’azienda statunitense garantisce assistenza finché i contratti enterprise lo richiederanno, ma invita le organizzazioni a pianificare la migrazione verso Teams, dove le funzioni professionali già note vengono affiancate da un catalogo in continua crescita di integrazioni realizzate da terze parti.
Teams Free: erede designato ma non identico
Per chi utilizzava Skype senza canone mensile la destinazione naturale è Teams Free. L’accesso avviene con le stesse credenziali, mentre contatti e conversazioni riappaiono automaticamente nella nuova interfaccia. Durante la finestra di passaggio – durata poche settimane – è stato persino possibile scambiare messaggi da Skype a Teams e viceversa, funzionalità disattivata insieme all’app originaria.
La piattaforma non replica però ogni dettaglio dell’esperienza precedente. Videochiamate a due o più partecipanti, chat istantanea, condivisione di file e integrazione con il calendario mantengono lo stesso livello di immediatezza; mancano invece le telefonate verso la rete telefonica e la possibilità di acquistare credito per numeri virtuali. Chi faceva affidamento su quel servizio dovrà considerare un profilo business o rivolgersi a operatori specializzati.
Microsoft sostiene che concentrare gli investimenti su un’unica infrastruttura favorisce l’introduzione rapida di funzioni collaborative, l’applicazione di standard di sicurezza uniformi e una gestione dei costi più efficiente.
La decisione arriva in un panorama in cui Zoom, Google Meet, Telegram e FaceTime hanno guadagnato terreno, riducendo la visibilità di Skype. In questo contesto Teams, nato per lo smart working, si è trasformato in un hub flessibile che ospita riunioni, canali di lavoro, documenti condivisi, app di terze parti e persino eventi in diretta.
La chiusura di Skype mette il sigillo su un’epoca in cui vedere il volto di una persona dall’altra parte del pianeta era una novità emozionante. Oggi quell’esperienza è data per scontata; l’app che l’aveva resa accessibile a tutti cede il passo a un ambiente progettato per la collaborazione in tempo reale. Per chi desidera continuare a conversare in rete, il futuro – almeno secondo Microsoft – ha già un nome: Teams.