Il calendario segna appena il 6 maggio 2025, eppure, per gli standard italiani, l’anno è già finito. In termini di risorse biologiche, da oggi la popolazione della Penisola vive attingendo a un credito ecologico che la Terra non riesce a rigenerare nello stesso lasso di tempo.
A certificarlo è il Country Overshoot Day, l’indicatore che traduce in giorni il divario fra ciò che gli ecosistemi possono fornire e ciò che viene effettivamente consumato.
Cos’è il Country Overshoot Day e come si calcola
Il concetto ruota attorno alla biocapacità, ossia la capacità di foreste, suoli coltivabili, prati e mari di rinnovarsi e di assorbire le emissioni e i rifiuti prodotti dalla collettività. Gli analisti del Global Footprint Network elaborano i dati economici e ambientali più recenti, ricavati dai conti nazionali dell’impronta ecologica, per confrontare due grandezze: l’impronta di ciascun abitante (quanto territorio produttivo “richiede” ogni persona) e la biocapacità disponibile in media sul pianeta.
Il rapporto fra questi valori, moltiplicato per i 365 giorni dell’anno, indica il punto in cui l’ipotetico bilancio naturale andrebbe in rosso se l’intera umanità adottasse gli stessi livelli di consumo di quello Stato.
Prendendo il caso della Svizzera, nel 2023 un’impronta di 4,25 gha pro capite contro 1,48 gha di biocapacità rende necessario quasi il triplo del pianeta: 365 × 1,48 / 4,25 = 127 giorni. In altre parole, il “limite” verrebbe superato il 7 maggio.
L’Italia brucia le scorte in 126 giorni
Per il 2025 il contatore italiano si ferma a quota 126 giorni, con l’asticella fissata proprio il 6 maggio. L’Italian Climate Network osserva che, con questi ritmi, ogni singolo giorno equivale a un prelievo di risorse sufficiente a quasi tre pianeti. Se l’umanità intera replicasse lo stile di vita nostrano, la capacità di rinnovamento globale verrebbe divorata entro la stessa data.
Il confronto con l’anno precedente è eloquente: nel 2024 il “giorno del sorpasso” era scattato il 19 maggio, quindi l’anticipo supera le due settimane. Allargando lo sguardo, emergono differenze marcate: il Qatar ha terminato la sua quota già il 6 febbraio, mentre l’Uruguay potrà attendere il 17 dicembre. L’intera Unione Europea, sommando le performance dei 27 Stati membri, ha oltrepassato la linea il 29 aprile, sette giorni prima dell’Italia.
Il 5 giugno, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, verrà comunicato l’Earth Overshoot Day, data unica per il pianeta che fotografa lo squilibrio complessivo. Sapere che alcuni Paesi entrano in “debito ecologico” tanto presto evidenzia la necessità di politiche energetiche, agricole e industriali capaci di ridurre sprechi, potenziare l’efficienza e favorire la circolarità.
La differenza fra un domani sostenibile e uno caratterizzato da continue emergenze ecologiche si gioca, in larga parte, sui comportamenti quotidiani e sulle scelte collettive che verranno prese nei prossimi mesi.