Per chi legge su iPhone o iPad, l’operazione più banale – comprare un eBook e iniziarne la lettura pochi secondi dopo – era diventata un percorso a ostacoli. Dal 2011 la versione iOS di Kindle costringeva a uscire dall’app, aprire il browser, cercare il libro sul sito di Amazon e completare il pagamento altrove.
Un rituale ripetitivo e poco intuitivo che sembrava scolpito nel tempo. Con l’aggiornamento distribuito nei giorni scorsi, quel passaggio forzato svanisce: l’acquisto torna dentro l’app, anche se con un meccanismo leggermente diverso da quello usato su Android.
Un pulsante che cambia le abitudini di lettura
Nell’interfaccia rinnovata compare un vistoso bottone arancio, posto accanto ai titoli già presenti in libreria o scoperti tramite ricerca. Un tocco e l’utente viene trasferito – in modo automatico – al sito di Amazon nel browser predefinito, con la versione Kindle del volume già selezionata e pronta per il checkout.
Non serve più digitare titoli, né scorrere pagine web alla ricerca dell’edizione corretta. Una volta concluso il pagamento, la sincronizzazione è immediata: nel tempo di rientrare nell’app il libro si materializza sullo scaffale digitale, pronto per essere letto anche offline.
Gli amanti della lettura su schermi Apple ritrovano così un flusso di acquisto fluido, paragonabile a quello disponibile da anni su dispositivi concorrenti. La novità non comporta commissioni aggiuntive per chi compra, mentre offre a Amazon la possibilità di proporre di nuovo suggerimenti personalizzati senza temere sanzioni da parte di Cupertino.
Per molti utenti significa, semplicemente, ricominciare a riempire il proprio Kindle nelle brevi pause della giornata, quando la decisione di acquistare un libro viene presa d’impulso.
La decisione della corte e l’effetto domino tra gli sviluppatori
Il ritorno del pulsante di acquisto non nasce da una scelta spontanea di Apple, ma dall’ordinanza firmata il 30 aprile 2025 dalla giudice Yvonne Gonzalez Rogers, nella causa Epic Games vs Apple. Il tribunale statunitense ha stabilito che l’azienda di Cupertino non può più impedire link esterni per i pagamenti né richiedere la trattenuta del 27 percento sulle transazioni concluse fuori dall’App Store.
Di conseguenza, gli sviluppatori possono reindirizzare gli utenti verso sistemi di pagamento propri, senza rischiare la rimozione dell’app o restrizioni punitive.
Un portavoce di Amazon ha spiegato che l’obiettivo è rendere l’esperienza d’acquisto il più semplice possibile, sottolineando come la stessa modalità fosse già presente su altri sistemi operativi. Nel giro di poche ore anche Spotify ha annunciato un restyling simile, segnale di un effetto domino destinato a coinvolgere molte realtà digitali.
Apple ha depositato ricorso, desiderosa di ribaltare la sentenza; la corte, però, ha negato qualsiasi sospensione dell’ordinanza in attesa dell’appello, costringendo l’azienda a conformarsi fin da subito.
Per ora, dunque, lettori, ascoltatori e in generale chiunque utilizzi servizi che vendono contenuti digitali su iOS possono aspettarsi un’esperienza molto più lineare. Se la decisione dovesse essere confermata nei gradi successivi di giudizio, il panorama delle app su piattaforma Apple cambierebbe in modo permanente, riducendo l’attrito tra il desiderio di acquistare e la soddisfazione immediata di farlo con un semplice tocco.