Le indiscrezioni più recenti parlano di un possibile interesse di Iliad verso TIM, storica realtà italiana nel settore delle telecomunicazioni. Non sarebbe una novità assoluta: già nel 2022 l’operatore di origine francese aveva valutato una mossa analoga. Inoltre, in precedenza, si era diffusa la voce di un’attenzione specifica verso Vodafone, poi passata sotto Fastweb qualche tempo fa.
Questo scenario sta riaccendendo la discussione sulla direzione che prenderà il mercato telefonico nazionale, alle prese con cambiamenti significativi sul fronte economico e tecnologico.
Colloqui con il Ministero dell’Economia
Alcune testate giornalistiche riferiscono che rappresentanti di Iliad avrebbero avuto incontri con esponenti di primo piano del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con l’obiettivo di comprendere la fattibilità di un potenziale accordo.
TIM, un tempo sotto il controllo statale, vede tuttora la presenza di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) come azionista, ente che fa capo allo stesso ministero. Una trattativa di questo tipo, dunque, risulterebbe strettamente legata alle politiche pubbliche e alle valutazioni degli uffici ministeriali competenti.
Per di più, TIM possiede una lunga tradizione nel panorama nazionale, con migliaia di dipendenti e responsabilità che vanno dalla telefonia fissa alle infrastrutture di rete. È comprensibile, quindi, che il coinvolgimento del governo sia essenziale per garantire la stabilità occupazionale e tutelare un presidio ritenuto importante per la connettività del Paese.
La posizione di Vivendi e di altri fondi
Nella struttura societaria di TIM occupa un ruolo di grande rilievo Vivendi, che possiede circa il 23,75% delle azioni. Questa partecipazione conferisce all’azienda francese un peso non indifferente nelle eventuali trattative. Inoltre, tra i soggetti interessati emergono altri gruppi d’investimento, come Cvc e Apax, anch’essi da coinvolgere in ogni decisione sul futuro di TIM.
Da quanto emerge, le autorità governative non apparirebbero contrarie a un’eventuale acquisizione, a patto che venga tutelata la solidità industriale dell’operatore telefonico e salvaguardati i livelli di occupazione, che superano i 17 mila addetti. Rimane però da capire quanto le posizioni di Vivendi e dei fondi possano convergere con le prospettive di Iliad.
Ristrutturazione del mercato e prospetto di Iliad
Secondo alcune fonti di settore, durante gli incontri con il Ministero i delegati di Iliad avrebbero sottolineato la necessità di consolidare maggiormente il mercato italiano, spesso caratterizzato da un’intensa competizione tariffaria. Una riduzione della “guerra dei prezzi” consentirebbe di investire con più decisione in nuove reti, servizi innovativi e potenziamento della copertura.
I dati raccolti tra il 2010 e il 2023, infatti, evidenziano un calo del 35% nel giro d’affari delle telecomunicazioni, passato da 41,9 miliardi a 27,2. Il settore mobile ha subito una contrazione ancora più netta, intorno al 47%. Un quadro economico di questa portata spinge gli operatori a cercare alleanze o fusioni in grado di ridurre i costi e sostenere la competitività di lungo periodo.
Nell’eventualità di un’operazione di acquisizione, Iliad punta a rafforzare la propria presenza in Italia, accedendo a infrastrutture consolidate e ampliando la propria offerta. Molti osservatori ritengono che potrebbe rappresentare un cambio di passo, specie se abbinato a politiche che incentivino la qualità delle reti e l’innovazione.
Dall’altra parte, alcuni investitori esprimono cautela, temendo di dover rivedere strategie e aspettative di rendimento. Le discussioni, quindi, sembrano destinate ad andare avanti, mentre la partita per TIM resta aperta a soluzioni diverse e ancora da definire.