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I nuovi account Microsoft saranno senza password di default

Santo Cremonesi
04/05/2025
Windows
sicurezza

La password è stata per decenni la chiave di accesso alla vita digitale di milioni di utenti. Con il crescere delle violazioni, la combinazione di lettere e numeri ha mostrato tutta la sua fragilità: basta un attacco di phishing ben congegnato o un database trapelato perché interi profili finiscano in mani sbagliate.

Microsoft, dopo anni di sperimentazioni su Windows Hello e autenticazione a più fattori, sceglie ora di compiere un passo definitivo: chi crea un nuovo account Microsoft non trova più la classica casella in cui digitare il “solito” codice segreto.

Al suo posto vengono proposti soltanto metodi moderni, basati su standard FIDO, che uniscono semplicità d’uso e solide garanzie di sicurezza. L’azienda sottolinea che l’adozione massiccia di passkey, notifiche push tramite l’app Authenticator e chiavi hardware rende il furto di credenziali estremamente improbabile; al contempo libera gli utenti dal fastidio di archiviare l’ennesimo post-it con una stringa indecifrabile.

Dal PIN a Windows Hello: un percorso verso il login senza segreti

Il viaggio di Microsoft verso la vita “password-free” non nasce ieri. Già con Windows 10 l’azienda di Redmond aveva incentivato l’uso del volto o dell’impronta grazie a Windows Hello, mentre da tempo consente a chi possiede un profilo Microsoft di rimuovere del tutto la parola chiave sostituendola con sistemi biometrici o token fisici.

La novità odierna consiste nell’impostare l’assenza di password come configurazione predefinita fin dal primo minuto di vita dell’account: in sostanza, non viene più offerta l’opzione di creare un codice da ricordare.

Per agevolare la transizione, il team di ingegneri ha riprogettato la schermata di login, riducendo i passaggi superflui e visualizzando in modo più chiaro i pulsanti per le passkey. Il risultato è una procedura in cui l’utente tocca il sensore di impronte, avvicina la chiave di sicurezza o conferma la notifica sullo smartphone — e il desktop appare senza indugi.

Chi possiede già un account può mantenere la password corrente, se proprio lo desidera; tutti gli altri iniziano subito con strumenti più avanzati, evitando le classiche raccomandazioni “almeno otto caratteri, una lettera maiuscola, un simbolo, nessuna data di nascita”.

Benefici misurabili: dati Microsoft e comodità quotidiana

La decisione di eliminare il campo password non è guidata solo da considerazioni teoriche: i numeri parlano da soli. Secondo Microsoft, ogni giorno vengono registrate quasi un milione di passkey e il tasso di accesso completo alla prima prova raggiunge il 98%, a fronte del 32% riscontrato tra gli utenti che digitano ancora una parola segreta.

La differenza non riguarda soltanto la rapidità: l’autenticazione basata su chiave crittografica resiste a tentativi di phishing perché non trasferisce mai un codice che possa essere sottratto o riutilizzato su siti fraudolenti.

Dal punto di vista pratico, l’utente guadagna tempo e serenità. Niente più brainstorming alla ricerca di un termine facilmente memorizzabile ma sufficientemente complesso, niente più varianti con punti esclamativi e numeri finali, né reset forzati che arrivano proprio quando si ha fretta.

Un tocco del lettore d’impronte o la pressione del pulsante su una chiave USB certificata FIDO2 risolvono l’accesso in meno di due secondi. Le aziende, a loro volta, riducono le richieste di supporto legate ai reset delle credenziali e limitano il rischio di violazioni che partono da password riutilizzate su piattaforme diverse.

L’orientamento di Microsoft indica un cambiamento di paradigma destinato a diffondersi, visto che lo stesso standard FIDO è sostenuto da giganti del Web e dai principali produttori di hardware. Nel giro di pochi anni, l’atto di digitare una parola chiave potrebbe diventare un ricordo d’antan, al pari del modem 56k.

L’abbandono delle password in fase di registrazione, d’altra parte, rappresenta un messaggio esplicito: la sicurezza non deve nascere da un gesto macchinoso, ma da un sistema progettato perché l’errore umano non sia più il punto debole.

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