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Eruzione Etna 2 giugno, fontane di lava e ricaduta di cenere: cosa sta succedendo

Stefano Genovese
02/06/2025
Scienza
eruzione Etna 2 giugno
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Etna in fermento all’alba del 2 giugno: l’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) segnala che il cratere di Sud-Est ha riacceso i motori. Dagli strumenti emerge una rinnovata attività stromboliana, con bagliori visibili anche dalle coste ioniche durante le ore notturne.

Il personale scientifico, attraverso immagini termiche e dati sismici, conferma la presenza di un trabocco lavico sul bordo meridionale del cratere. La colata, definita modesta, scende verso la Valle del Bove e viene accompagnata da emissioni incandescenti che illuminano la parete orientale del vulcano.

Attività stromboliana e flusso lavico

Fontane di lava intermittenti scandiscono la sequenza eruttiva: secondo l’INGV le esplosioni presentano intensità elevata e quasi ininterrotta, pur liberando una quantità di energia relativamente contenuta. All’interno del cratere si osservano ripetuti lanci di brandelli magmatici, alcuni decine di metri sopra l’orlo.

Un crollo nel settore settentrionale del cono ha innescato un flusso piroclastico diretto verso la Valle del Bove. Il materiale caldo ha sollevato una nube scura che ha raggiunto quote di diversi chilometri, facilmente avvistabile da numerosi centri abitati della Sicilia orientale.

Secondo i rilievi preliminari, il fronte piroclastico non ha superato la soglia naturale della Valle del Leone, limitando così possibili criticità per le aree esterne al versante orientale.

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Operatività aerea e ricadute di cenere

L’eruzione ha spinto il sistema VONA a innalzare l’allerta per l’aviazione da arancione a rosso; il codice massimo è stato diramato durante la mattinata e riportato a livello arancione qualche ora più tardi, quando l’intensità degli eventi ha mostrato un parziale calo. L’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania, al momento, resta pienamente operativo.

Segnalazioni di sottile cenere vulcanica provengono da Piano Vetore, sulla fiancata sud-occidentale. I modelli di dispersione dell’INGV indicano una traiettoria prevalente verso Ovest–Sud-Ovest, suggerendo deposizioni lievi nelle prossime ore su un’area ristretta.

La situazione viene aggiornata di continuo: la protezione civile raccomanda attenzione ai possibili accumuli di polveri, in particolare per chi pratica attività all’aperto o lungo la rete stradale pedemontana.

Monitoraggio sismico e scenari futuri

Dalle 22:00 del 1° giugno l’ampiezza media del tremore vulcanico mostra una crescita costante; i valori attuali rientrano nella fascia alta, con tendenza ancora ascendente. Il centroide delle sorgenti è localizzato a circa 2800 metri di quota, in corrispondenza del cratere di Sud-Est.

Anche l’attività infrasonica registra un incremento: il numero e l’energia degli eventi suggeriscono un condotto in fase dinamica, capace di produrre ulteriori pulsazioni esplosive. Non si escludono nuove emissioni di cenere o piccoli flussi lavici nelle prossime ore.

Gli esperti dell’INGV mantengono un monitoraggio h24, pronti a comunicare variazioni significative ai gestori aeroportuali, alle autorità locali e alla popolazione. Per il momento non si evidenziano pericoli immediati per centri abitati e infrastrutture, ma la sorveglianza resta massima.

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