La vendita di oggetti online è sempre più diffusa, ma una nuova direttiva UE potrebbe comportare grosse sanzioni per alcuni utenti.
Quanto spesso ci capita di fare shopping online? Al giorno d’oggi acquistare beni e servizi su internet è semplicissimo, a volte anche più semplice che farlo nei negozi. Oltre all’acquisto, inoltre, sul web è possibile effettuare anche la vendita degli stessi.
Per farlo esistono piattaforme di dimensioni più o meno grandi: si va da Ebay, una delle più note per chi vuole vendere beni e servizi, fino a Vinted o Wallapop, di recente invenzione ma che negli ultimi anni hanno acquisito un enorme seguito.
E se fino a questo momento avevamo pensato di poter vendere su Vinted indisturbati, una nuova direttiva UE potrebbe cambiare le cose. Lo scopo di questa direttiva è infatti quello di regolamentare la vendita online e soprattutto di combattere l’evasione fiscale.
Vendi prodotti e servizi online? Attenzione alle verifiche dell’Agenzia delle Entrate
Poniamo ad esempio il caso di un utente che sia riuscito a fare della vendita su Vinted un lavoro a tutti gli effetti, con entrate cospicue ogni mese. In questo caso ci si aspetterebbe che il venditore pagasse le tasse, versasse i contributi e si facesse carico di tutti i propri oneri fiscali. Ma come fa l’Agenzia delle Entrate a tenere conto di tutti i sui movimenti in entrata?
Per ovviare a questo problema è stato introdotto l’obbligo per le piattaforme di vendita di comunicare i dati sulle vendite online degli utenti al fisco. Tale obbligo è stabilito nella direttiva Dac7 del 2021 alla quale dà seguito a una normativa del 2023, entrata effettivamente in vigore nel 2024.
In particolare queste regole riguardano tutti i venditori che superino una certa cifra nelle vendite. Oltrepassato questo limite, il venditore è tenuto a compilare un modulo coi propri dati. Ciò, va specificato, non comporta necessariamente di dover pagare tasse sulle entrate, che andranno verificate in base alle prescrizioni fiscali del proprio Paese.
Per semplificare si potrebbe riassumere la direttiva come segue. Il venditore dovrà dare conto delle proprie vendite se ne effettua almeno 30 nell’arco dell’anno solare o se supera i 2mila euro di ricavi. Inoltre l’AdE procederà a verificare che l’attività di vendita sia sporadica e non continuativa, poiché in caso contrario il venditore è tenuto ad aprire una Partita Iva e a versare le imposte a essa connesse.